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Paola Corsaro
10 dic 2020
In Forum
Un gruppo di "pionieri" del Centro Italia ha da tempo sperimentato l'uso del cavallo in agricoltura esattamente come circa cento anni orsono. Sono orgogliosa che sia stata chiamata a parteciparvi anche perchè ho sempre sostenuto la necessità dell'utilizzazione di mezzi di lavorazione in agricoltura ecologici nonchè del ritorno ad usi diversi del cavallo attaccato. Il nome dato alla costituenda associazione "Eponalia" proviene dalla dea Epona che, da divinità celtica, fu trasmutata nel gruppo degli dei romani come protettrice della fertilità , di abbondanza ( simboleggiata dalla cornucopia) e dei mezzi con i quali si procurava l'abbondanza, la lavorazione della terra con cavalli e muli. Dalla pagina FB di Eponalia del 7/12/20 L'associazione ha come scopo principale l'Introdurre il cavallo come collaboratore per le lavorazioni agricole. Una scelta nobile, che sottolinea in modo incisivo la dedizione per la sostenibilità ambientale e per una costante ricerca di miglioramento della terra e dei suoi prodotti. Obiettivi di Eponalia Riconoscimento del ruolo professionale “Operatore agricolo a trazione animale” Divulgazione della cultura “a trazione animale” Divulgazione dell’agricoltura sostenibile Salvare cavalli dal macello Formazione operatori a trazione animale Sviluppo didattica riconosciuta da enti istituzionali Addestramento equidi Perfezionamento attrezzature Acquisizione aziende agricole Presenza in manifestazione e fiere Sviluppo del conto terzismo Partecipazione attiva in reti internazionali Sviluppo settore turistico aziendale Coinvolgimento istituti scolastici agrari e Università Perfezionamento delle attrezzature agricole collaborando con studi universitari e/o aziende che si occupano di ricerca in questo campo "EPONALIA" HAS BORN. THE USE OF HORSE IN AGRICULTURE A group of "pioneers" from Central Italy has long experienced the use of the horse in agriculture exactly as people did about a hundred years ago. I am proud that I was called to SHARE IT also because I have always supported the need to use ecological means of processing in agriculture as well as the return to different uses of driving. The name given to the new association "Eponalia" comes from the goddess Epona who, as a Celtic divinity, was transmuted into the group of Roman Gods as the protector of fertility, of abundance (symbolized by the cornucopia) and of the means by which she obtained abundance, working the land with horses and mules. From the FB page of Eponalia of 7/12/20 The main purpouse of the association is the introduction of the horse as an operator for agricultural work. A noble choice, which incisively underlines the dedication to environmental sustainability and to a constant search for improvement of the land and its products. Goals of Eponalia Acknowledgment of the professional role "Agricultural operator with animal traction" Dissemination of "animal traction" culture Dissemination of sustainable agriculture Saving horses from slaughter Training of animal traction operators Didactic development acknowledged by institutional bodies Horses training Equipment improvement Farms taking over Events and fairs attendance Development of the outsourcing account Active participation in international networks Business tourism sector development Involvement of agricultural schools and universities Improvement of agricultural equipment by cooperating with university studies and / or companies that carry out research in this field
NASCE" EPONALIA" ASSOCIAZIONE PER L'USO DEL CAVALLO IN AGRICOLTURA content media
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Paola Corsaro
16 nov 2020
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La provincia di Cuneo, la provincia di Torino e in generale la regione Piemonte nel 1800 furono la culla dell'Industria del design e dell'Innovazione tecnologica. Con Torino Capitale d'Italia, era la regione Piemonte a racchiudere all'interno dei suoi confini alcune fra le più importanti industrie italiane dell'epoca. In quel periodo, le botteghe artigiane che producevano carrozze racchiudevano vari aspetti della tecnologia dell'epoca, infatti una piccola fabbrica artigianale che costruiva carrozze e carri trainati da cavalli aveva al suo interno varie officine: della lavorazione del legno, alla lavorazione del ferro, al pellame, alle tappezzerie. In esse si poteva trovare una qualità eccezionalmente raffinata per l'epoca. Alcuni importantissimi Marchi di carrozzieri famosissimi all'epoca come Locati Torretta , Diatto, Ciocca, lo stesso Cesare Sala, che produsse in Torino per alcuni anni della sua eccellenza artigiana, erano esponenti massimi della produzione di carrozze in tutta Italia e anche nel resto dell'Europa.Oggigiorno il patrimonio di carrozze presente sul suolo italiano è vastissimo, alcuni pezzi di rara bellezza vengono mantenuti in vita da collezionisti privati ed da alcuni sporadici musei che si sono voluti specializzare in questa particolare sezione dedicata alle carrozze nei quali raccolgono beni importantissimi in questo campo. L'OBIETTIVO 📷📷 Riuscire a recuperare il patrimonio delle Carrozze del Piemonte è un'importante missione che sarebbe di forte aiuto per la riscoperta di un eccellenza artigiana che ci è appartenuta fino a un secolo e mezzo fa, ove si raggiunsero livelli ambiti in tutto il mondo. L'obiettivo di questo progetto è quello di riuscire a salvaguardare, reperire, restaurare e valorizzare tutte quelle carrozze e/o carri presenti oggigiorno sul suolo piemontese, che sovente vengono conservati in luoghi non adatti oppure che possono diventare potenzialmente oggetti dimenticati e di ingombro per chi non riesce a comprendere l'importanza di queste opere. L'IDEA 📷📷 Frequentando gli ambienti di coloro, che nel nord Italia, si appassionano ancora “all'arte del bell’attaccare” ovvero a quell’insieme di regole scritte e non che si tramandano di generazione in generazione per unire un cavallo ad una carrozza, ci è stato possibile capire come in svariati luoghi opere artigianali incredibili vengono custodite in spazi e in sistemazioni alquanto precarie, sia dal punto di vista della conservazione che dal punto di vista degli obiettivi finali. L'idea è quella di censire e reperire tutte le informazioni riguardanti i “legni” (in gergo le carrozze) che sono di proprietà privata o pubblica di amministrazioni comunali e chiedere alle varie proprietà di svincolarsi dal punto di vista materiale di questi oggetti per permettere la loro valorizzazione in un ambiente consono. Si potrebbe pensare, eventualmente, anche al loro restauro e il loro ripristino. Questa idea permetterebbe ad alcune proprietà, in possesso di carrozze o carri molto voluminosi, pesanti ed ingombranti, di trovare una sistemazione che se no potrebbe risultare un problema serio. Infatti alcune proprietà di privati sono in mano a persone di età avanzata, le quali non hanno un futuro chiaro di quello che avverrà dei loro beni una volta che loro non saranno più in grado di badarci. Oppure in altre occasioni piccole o grandi collezioni vengono conservati da amministrazioni comunali con poche possibilità economiche e in luoghi del tutto inappropriati. In entrambi i casi i soggetti proprietari di queste carrozze potrebbero vedersi stimolati nel cedere la proprietà materiale dell'oggetto mantenendo comunque la proprietà in solido e devolvendo l'oggetto ad un museo che possa valorizzarlo come si conviene e spiegarne la storia. LA SOLUZIONE Vi sono in Piemonte realtà museali consolidate con alle spalle una struttura logistica importante strutturate in maniera da poter accogliere centinaia di turisti ogni anno, realtà museali riconosciute su tutto il suolo nazionale ed oltre. Sovente però queste realtà hanno la difficoltà a riempire alcuni spazi dei loro musei con collezioni permanenti che possano suscitare nei visitatori curiosità e stupore ed insegnare qualcosa di nuovo oltre all’architettura che contiene il museo stesso. Realtà museali definite scatoloni vuoti, che per qualsiasi motivo, sono state depredate dei loro arredi. Oggi, alcune, sono state restaurate in quanto architetture di importanza mondiale ma in qualche caso proprio la mancanza di qualcosa da visitare al loro interno le penalizza facendole scivolare il secondo piano. 📷📷 La soluzione di riempire gli ambienti vuoti di alcuni musei già esistenti nel nostro territorio con il patrimonio carrozziere piemontese potrebbe essere un'importantissima sinergia dove i proprietari delle opere di cui stiamo parlando possono trovare un luogo di prestigio e che metta in risalto questi oggetti, mentre i musei avrebbero del materiale con cui riempire i locali lasciati vuoti con degli oggetti di rara bellezza di importanza storica e culturale. LA CHIAVE MODERNA. 📷📷 Oggigiorno numerosissimi musei italiani hanno il grosso problema della PIL sui visitatori, specialmente quelli meno interessati e i più giovani. Dando uno sguardo soprattutto all'estero dei poli museali più ricchi possiamo notare come l'esperienza di visita di un museo venga oggigiorno più che mai proposta in una maniera più moderna, meno statica e che cerca di allontanare dall'immaginario comune il museo polveroso è noioso che tutti hanno in mente. Nel caso specifico del museo con all’interno le carrozze, si potrebbe avere la possibilità di proporre ai visitatori di scoprire quello che una volta era il mezzo di trasporto più utilizzato. All'esterno del museo, vere carrozze, cavalli e cocchieri potrebbero portare alla scoperta di questi oggetti che poco prima si sono visti esposti nel museo ed arricchire il bagaglio culturale del visitatore continuando ad imparare sulla storia delle carrozze sedendovi sopra e facendosi trasportare come ai vecchi tempi. Ovviamente le carrozze utilizzate con i cavalli all’esterno del museo, non saranno realmente d'epoca ma repliche fedeli di quelle che sono le carrozze esposte. Testo: Adamo Martin Photocredit: Eric Charbonier 483 visualizzazioni4 commenti Commenta 📷 Condividi Valerio Capelloni mag 4 Iniziativa meritevole di attenzione ma che necessita di finanziamenti non sempre facili da ottenere. Ma ,come insegnano i Saggi, se non si incomincia la strada, non si arriverà mai alla meta. Congratulazioni quindi ed i migliori auguri Valerio Capelloni Commenta 📷 Paola Corsaro mag 4 Bravissimo Adamo Martin che ha saputo risvegliare l' interesse per "le carrozze dimenticate" nel territorio piemontese! Bravissimo Erich Charbonier per il servizio fotografico! Merita tutto il nostro applauso sollevare il problema dell'istituzione di musei di carrozze che, peraltro, esulino dalla "polverosa" tradizione ormai poco d'interesse soprattutto per i piu' giovani; musei che siano inseriti nel tessuto vitale del Territorio e che siano organizzati anche per praticare il "driving" che tanto ci appassiona. Musei che , in prima persona o tramite sponsor, possano sopportare il costo del restauro, in alcuni casi piuttosto corposo! Lancio una sfida: ognuno, persona singola o associazione o comitato, che abbia un'idea di soluzione circa il collocamento di queste carrozze dimenticate ma ritrovate, scriva qui la sua idea! Spero di trovare tante proposte e soluzioni....in attesa di rendere il patrimonio adatto al luogo di esposizione... Commenta 0 Paola Corsaro mag 4 Porterò il problema nel blog con la traduzione inglese In the blog you may read the english version Commenta 0 Paola Corsaro mag 21 Rocco Calcagni <ridingcompanyspa@gmail.com> Abbiamo in corso la preparazione di un articolato progetto che dovrebbe coinvolgere tutte le attività equestri ed avevamo pensato anche agli attacchi per gite e trasporti ed alle carrozze, a loro recupero, restauro conservazione ed esposizione. Siamo dunque lieti di aderire al programma presentato. Offriamo fin da subito la nostra disponibilità a collaborare fattivamente. La nostra iniziativa troverà collocazione lungo l’ autostrada del sole al casello di Colleferro nelle vicinanze di Roma. Quanti lo volessero possono contattarci. Tento conto dell’ampiezza e della grandezza del progetto cerchiamo collaboratori ed altri soggetti che volessero essere coinvolti. Commenta 0 Scrivi un commento...
LE CARROZZE DIMENTICATE di Adamo Martin content media
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Paola Corsaro
12 nov 2020
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Adamo Martin giu 3 qualche settimana fa un mio caro amico mi interroga su un problema sorto alla figlia che ha deciso di portare come soggetto della sua tesina di terza media un argomento alquanto insolito per le generazioni odierne, ovvero la carrozza del padre ,un milord d'epoca molto grazioso. Un'insegnante della ragazza chiede all'alunna in questione di approfondire la sua ricerca nell'etimologia delle parole che definiscono i pezzi di una carrozza. La richiesta dell'insegnante a me passa da subito come alquanto bizzarra soprattutto perché intendiamo una tesina di terza media e lo studio etimologico delle parole è qualcosa di molto impegnativo specialmente per quanto riguarda l'etimologia di Termini usati nel 1800. le mie prime riflessioni si basano sul fatto che molti dei termini che vengono utilizzati per descrivere alcuni parti delle carrozze sono termini che derivano o da lingue antiche o addirittura da forme dialettali in quanto non dobbiamo dimenticarci che il periodo storico in cui nacquero e arrivarono al massimo splendore le carrozze l'Italia non era unita e tantomeno l'italiano ,ma era un territorio geografico tempestato da dialetti a volte anche molto molto diversi fra loro. Riuscire ad andare ad esplorare ognuno di questi dialetti per capire quale abbia influenzato di più la scelta di un termine piuttosto che un altro per l'assegnazione di un termine particolare di una carrozza è un'impresa ancora più ardua. C'è da dire però che nell'italiano corretto abbiamo una definizione abbastanza precisa di quasi tutti gli elementi che compongono la carrozza o addirittura piccole parti di essa. Ci sono termini che sono decisamente più intuitivi come parafanghi o sedile quali derivano da parole più semplici come sedia o sono il risultato dell'unione fra due parole come parare e fango. Quello che però diventa molto interessante è quando si va ad interrogare un dizionario etimologico delle parole italiane in quanto si scopre che quello che noi oggi usiamo come termine può arrivare anche ad avere origini molto molto particolari e lontane. Prendendo come glossario un elenco accurato di parti che compongono una carrozza sono andato a verificare la loro origine tramite un dizionario etimologico on-line, e queste sono alcune delle parole che secondo me hanno portato alla scoperta dei più interessanti retroscena. Forse uno dei termini più conosciuti è che 'carrozza' deriva da latino 'carrus' o 'carruca' ovvero carro ,ma anche il termine 'cocchio' deriva dalla città ungherese di 'cotzche' dove probabilmente furono fabbricate le prime carrozze moderne. Quello che invece forse non tutti sanno è che ad esempio il termine 'mantice' veniva utilizzato in latino barbaro come 'mantico' e nel latino classico come 'manticum' ed era una borsa di pelle o una bisaccia da portare a tracolla e il termine latino deriva a sua volta dal greco antico 'mandake' che significava più semplicemente pelle. Un altro termine di cui l'etimologia incuriosisce è 'ralla'. Il termine ralla deriva dal latino 'radere' oppure 'raschiare' e ci riporta subito al movimento della ralla di una carrozza che fa raschiare due pezzi di ferro tra loro. Nel suo diminutivo 'rallino' invece viene identificato l' untume nero derivante dallo sfregamento fra due pezzi di ferro o tra ferro e cuoio cosa che tanto infastidiva il signor Bugatti Ettore . Scorrendo il glossario delle parti che compongono una carrozza troviamo 'predellino', il termine secondo il nostro dizionario etimologico deriva da 'breder' termine sassone che intende piano di appoggio come tale è il nostro predellino che ci permette di appoggiare il piede per prendere posto nella cassa. Lo stesso termine 'cassa' etimologicamente deriva dal latino 'capsa' ovvero una scatola profonda per il trasporto dei volumi capsa deriva a sua volta da 'capio' che voleva intendere contenere. Fra i termini forse un po' più tecnici che compongono le parti di una carrozza vi è 'scannello' ovvero quella traversa in legno su cui grava la serpa e distribuisce il peso sopra la ralla, scannello deriva dalla parola 'scannare' la quale intendeva 'solcare' in genere e in quanto lo scannello solca la ralla da una parte all'altra della sua larghezza e qui che trova radice questo termine. Il termine invece usato poco fa per intendere il luogo in cui il guidatore prende posto per condurre la carrozza o il groom per assister il driver ovvero 'Serpa' accende ancor di più la curiosità in quanto il vocabolario non trova un risultato diretto di Serpa, ma le dà alcune versioni secondo il mio punto di vista curiose come 'serpentaria' derivata dal latino ,una pianta rampicante, che prese valore anche come verbo simile ad arrampicarsi ovvero 'serpentare', questo potrebbe in qualche maniera spiegarci come il termine Serpa potesse essere inteso come un posto dove arrampicarsi, ma ovviamente queste sono deduzioni che ognuno di voi nel proprio ricercare potrebbe trovare soluzioni più appropriate. Un altro termine che mi sembrava interessante portare alla luce e 'capitonnè' che sicuramente con base di lingua francese può comunque essere ricercato nel latino antico dov'è il 'capitonem' aveva tre significati :un soggetto dalla testa molto grossa, un tipo particolare di anguilla, ed una seta grossolana e più irregolare della solita. Ancora una curiosità che ci viene dal mondo dell'etimologia è il termine 'molle' che in latino poteva essere inteso come 'molluscum' o 'mollusca' una noce dal guscio tenero mentre dal greco potrebbe derivare da 'Molyros' che vuol dire debole e languido. Una delle più belle curiosità che ho trovato in questa mia ricerca è il termine 'assali' che molti di noi sanno essere utilizzato nel 1800 come sali, perdendo la radice AS, ma nel latino antico troviamo il termine 'axis' per indicare un perno su cui ruota qualcosa ed il termine latino deriva dal più antico termine greco 'stilos' che in realtà identificava qualsiasi oggetto stretto e lungo come anche una colonna. Ho trovato personalmente molto interessante questa ricerca del significato etimologico delle parole e sicuramente la mia è stata soltanto una piccola e breve ricerca di curiosità ,ma invito ognuno di noi a ricercare più approfonditamente i termini anche più bizzarri ,in quanto tante volte sapere l'origine di una parola dal punto di vista etimologico può allargare il nostro bagaglio culturale e la nostra prospettiva nel vedere le cose da un punto di vista più completo possibile. 0Commenta Condividi Paola Corsaro giu 3 Grazie Adamo per questo interessante excursus sull'etimologia dei termini! Sarebbe importante proseguire, magari insieme agli amici di questo sito, per avere materiale da pubblicare; sarebbe ancora piu' completa una pubblicazione con il dizionario dei termini del driving tradotti in inglese e in spagnolo ( perchè no, anche in francese visto che era la lingua piu' diffusa nel XIX secolo). Sarebbe molto apprezzata da giudici e drivers negli stage internazionali Commenta 0 Paola Corsaro giu 4 WHY IS OUR PASSION CALLED "CARRIAGE"? a few weeks ago a dear friend of mine asked me about a problem that arose from his daughter who decided to bring as the subject of his thesis of the third grade a rather unusual topic for today's generations, that is the carriage of the father, a milord of a very graceful era. A teacher of the girl asks the girl to deepen her research in the etymology of the words that define the pieces of a carriage. The teacher's request immediately seemed to me as rather bizarre especially because we mean a third-grade thesis and the etymological study of the words is something very challenging especially the etymology of Terms used in 1800. My first thought is about the fact that many of the terms that are used to describe some parts of the carriages are terms that come either from ancient languages or even from dialectal forms, as we do not forget that the historical period in which the carriages were born and arrived at the maximum splendor Italy was not united, let alone Italian, but it was a geographical territory studded with dialects sometimes very different from each other. Being able to explore each of these dialects to understand which one has most influenced the choice of a term rather than another for the assignment of a particular term of a carriage is an even more difficult undertaking. It must be said, however, that in the fluent Italian we have a fairly precise definition of almost all the elements that make up the carriage or even small parts of it. There are terms that are decidedly more intuitive like fenders or seats which come from simpler words like chair or come from the link of two words like parry and mud. Very interesting, however, is to query to an ethology dictionary of Italian words because it turns out that a today term may have a long distance origin. Taking as a glossary an accurate list of parts that make up a carriage, I went to check their origin via an online ethology dictionary, and these are some of the words that in my opinion led to the discovery of the most interesting backstory. Perhaps one of the best known terms is that 'carriage' comes from Latin 'carrus' or 'carruca' or chariot, but also the term 'cocchio' comes from the Hungarian city of 'cotzche' where the first modern carriages were probably manufactured. What perhaps not everyone knows is that for example the term 'mantice' was used in Barbarian Latin as 'mantic' and in classic Latin as 'manticum' and was a leather bag or a bag to be carried on the shoulder; the Latin term comes from the ancient Greek 'mandake' which meant more simply skin. Another curious term is 'ralla'. The term ralla comes from the Latin 'scrap' or 'scrape' and immediately brings us back to the movement of the rall of a carriage that scrapes two pieces of iron between them. In its diminutive 'rallino' instead is identified the black one resulting from the rubbing between two pieces of iron or between iron and leather which so annoyed Mr. Ettore Bugatti . Scrolling through the glossary of the parts that make up a carriage we find 'predellino'; the term according to our etymological dictionary comes from 'breder' the Saxon term that means support plan as such is our precipil that allows us to rest our foot to take place in the case. The same term 'cash' etyped comes from the Latin 'capsa' or a deep box for the transport of capsa volumes derives in turn from 'capio' that it wanted to contain. Among the perhaps slightly more technical terms that make up the parts of a carriage is 'scannello' or that wooden crossbar on which the serpa weighs and distributes the weight above the rail; scannello comes from the word 'scannare' which means to 'solcate' and as the groove plows the rall from one side of its width to the other and here that finds root this term. The term used just now to mean the place where the driver takes his seat to lead the carriage or the groom to assist the driver or 'Serpa' ignites even more curiosity since the vocabulary does not find a direct result of Serpa, but gives it some versions according to my curious point of view as 'serpentaria' derived from Latin , a climbing plant, which also took value as a verb similar to climbing or 'snake'; this could somehow explain to us how the term Serpa could be understood as a place to climb, but of course these are deductions that each of you in your search could find more appropriate solutions. Another term that seemed interesting to me is 'capitè' that with language basis French can still be sought in ancient Latin where the 'capitonem' had three meanings : a subject with a very large head, a particular type of eel, and a coarse and more irregular silk than usual. Yet another curiosity that comes to us from the world of etymology is the term 'springs' that in Latin could be understood as 'molluscum' or 'mollusca' a walnut with a soft shell while from the Greek could derive from 'Molyros' which means weak and languid. One of the best curiosities I found in my research is the term 'assaults' that many of us know to be used in the 1800s as salts, losing the AS root, but in ancient Latin we find the term 'axis' to indicate a butt on which something rotates ;the Latin term comes from the oldest Greek term 'stilos' , now identifyng any narrow and long object as well as a column. I personally found this research of the ethological meaning of words very interesting and surely I researched for curiosity, but I invite each of us to research more in-depth the terms even more bizarre, as so often knowing the origin of a word from an ethological point of view can broaden our cultural baggage and our perspective. Commenta 0 Paola Corsaro giu 4 Thank you Adam for this interesting excursus on the etymology of the terms! It would be important to go on , perhaps together with the friends of this site, to have material to publish; it would be even more complete a publication with the dictionary of driving terms translated into English and Spanish (why not, even in French since it was the most widespread language in the nineteenth century). It would be highly appreciated by judges and drivers in international internships Commenta 0 Scrivi un commento...
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Paola Corsaro
12 nov 2020
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Hello from France, I share the double hobby of driving horses and creating miniature projects in 1/12 scale. I build miniature houses, stables, and shops and I have just begun to create carriages with teams of horses. Here is one of my last creations. Would you call it a park drag or a mail caoch? The horses are made by Breyer, the passengers by British artist Julie Campbell, carriages and harnesses by me. More passengers to come... to see them use the link to my personal blog below. That winter scene was inspired from Cecil Aldin's prints of carriages in winter. Hope you will like it. All comments or suggestions are,of course, welcome Patrick Duclou http://ajarnpatrick.blogspot.com
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Paola Corsaro

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